Il Carnevale è una festa amatissima da bambini e
adulti, un giorno perfetto per
passare
qualche ora in allegria in famiglia. Questa giornata non rappresenta solo
un’occasione per mascherarsi, ma anche un momento per
consumare dolci tipici
che, di anno in anno, riscuotono sempre grande successo e sono capaci di
far rivivere il fascino delle
tradizioni,
che rappresentano un punto di riferimento simbolico sicuro nel quale
riconoscersi.
Tra i dolci tipici del Carnevale è possibile
ricordare le bugie, conosciute
anche con il nome di chiacchiere (il termine bugie viene utilizzato
soprattutto nelle regioni dell’Italia settentrionale).
La tradizione delle bugie di Carnevale è
un’eredità che ci è stata tramandata degli antichi Romani, che erano soliti
preparare dolci molto simili per i saturnali. Non si può però mangiarle senza
riflettere un po’ sul significato psicologico che le menzogne hanno nella
nostra vita quotidiana.
Perché diciamo bugie? Per manipolare, influenzare e controllare a
diversi livelli i pensieri delle persone con le quali abbiamo a che fare ogni
giorno. Per capire la natura della menzogna dobbiamo anche definirla,
differenziandola da situazioni come la finzione e l’errore.
Possiamo farlo partendo da tre brevi punti che
inquadrano la specificità della menzogna. Per far sì che si possa parlare di
vera e propria menzogna devono sussistere tre caratteristiche nel medesimo
contesto:
l Falsità del contenuto
l Piena consapevolezza di tale aspetto
l Intenzione di ingannare il proprio interlocutore
L’ultimo punto è nodale e ci aiuta a capire che la
menzogna inconsapevole non esiste. La menzogna fa parte della nostra vita
fin dall’infanzia; durante i primi anni capita infatti che i bambini tendano a
mentire, per il semplice fatto che hanno imparato a distinguere se stessi dagli
altri e a prevedere le risposte che le persone a loro più vicine possono
inviare.
Ovviamente i bambini mentono per uscire da
situazioni di difficoltà, atteggiamento che si ritrova spesso anche in chi
bambino non lo è più. Quando la tendenza a mentire riguarda persone che hanno
superato l’età infantile ci si trova spesso davanti a situazioni critiche, come
per esempio una coscienza di sé alterata, un livello scarso di autostima o una
condizione di narcisismo.
Le tradizioni culinarie, soprattutto quando
sono legate a occasioni che si ripetono ciclicamente come le feste, aiutano
tantissimo a riflettere su aspetti della quotidianità sui quali non capita
spesso di soffermarsi, ma che è invece bene approfondire per capire come ci
rapportiamo agli altri e a quali espedienti ricorriamo quando riteniamo di non
avere abbastanza strumenti per affrontare un problema.
Dott.ssa Miolì Chiung Ching Wang